Ci sono giorni duri, impegnativi dove muoversi in certi ambienti con tanta neve non è uno scherzo. Oggi ho dato tutto quello che avevo seppure le difficoltà non sono continue in questa salita, la lunghezza, l'ambiente ed il terreno alpinistico condito da tanta neve fresca in cresta mi hanno provato le forze. Questo luogo fatto di colatoi impervi fra torrioni rocciosi viene chiamato dai valligiani INFERNEL! Un labirinto di canali ma uno solo è quello che mi ha portato in cresta e poi sulla cima. In effetti la via nella strettoia fra le rocce è secondo me obbligata quanto meno senza corda. La neve nella prima strettoia era ancora inconsistente sia per le picche sia il tappo di neve sotto i pedi costringendomi ad arrampicare su uno speroncino di neve e rocce per poi rientrare nel canale con passaggio verticale. Successivamente un bel tratto di ghiaccio e neve dura con arrampicata entusiasmante finito il quale inizia la lunga ravanata sino alla cresta e pure in cresta con neve fra le ginocchia ed anche oltre la cintura, affannosamente cerco con i piedi la roccia o l'erba sotto la tanta neve. La fatica si fa sentire e pure gli sci sulle spalle. In cresta supero alcuni torrioni non banali sempre nuotando poi finalmente la cima con la sua croce piena di un pesante significato per un abitante di Lizzola che ora non c'è più. Quando l'ho vista lì sotto i miei piedi pensando al pesante simbolo che è mi ha riempito di tristezza ma anche di gioia allo stesso tempo per la fortuna di essere lì, solo su questa cima e mi sembrava di essere in un'altro mondo dopo tutta la fatica per arrivare fin lì. Osservo i guanti con le mani doloranti, sembrano quelli dei giocatori da baseball tanto sono rigidi e incrostati di ghiaccio perchè nel canale erano bagnati ed in cresta ravanando nella farina si sono congelati! Oltre la croce di vetta mi aspetta ancora un pochino di cresta affilata dove porre attenzione poi finalmente giungo sulla spalla del Pizzo della Corna dove posso calzare gli sci dopo aver percorso 1200metri di canale e 100metri di cresta. Prima sciata a sud est su firn primaverile poi farina nella valle fra la Cavandola e la Corna fino alle piste. Scio bene e concentrato perchè le gambe mi fanno male ma la neve nonostante il rialzo termico è ancora bella e mi permette di inanellare una curva dopo l'altra senza problemi. Giunto a Lizzola scendo un po' a piedi lungo la strada fino al primo prato sulla sinistra quindi di nuovo calzo gli sci, altro tratto di strada poi di nuovo coi sci e infine a piedi in poco arrivo al campeggio di Valbondione dove ho parcheggiato l'auto. Una gran bella e faticosa avventura solitaria che non dimenticherò. Torno a casa con i muscoli delle gambe rotti! Dedico questa ascensione e le mie fatiche di oggi ad un mio grande amico scomparso LUIGI FRATUS con cui ho vissuto momenti fra i monti indimenticabili.
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| Canale Infernel - Corna di Lizzola |
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